Da dov'era partita, seguendo la linea
fino all'infinito, arrivò.
Cerchio.
Sacro tempio. Inviolabile fortezza,
denti aguzzi di un affamato coccodrillo.Muri, stanze. Dov'è la parola?
La porta!
Il suo passato perso, tra ventiquattro porte
La mano incerta provò. Nuova si aprì
davanti a lei una stanza.
Orizzonte bloccato, linea spezzata.
Poi ancora porte, ventiquattro.
Al centro un violino,
silenzioso equilibrio col fuoco, il suo cielo la volta, vela senza centro.
Cercatrice del mistero nel cerchio,
bloccata.
Di notte, antichi Muratori,
riflessi negli occhi di una scimmia,
innalzavano muri,
di perché.
M.S.
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