mercoledì 16 settembre 2009

28) La nuvola e il cigno










Di una mattina, che alba fu,
c'era un cigno e una nuvola.
Uno sguardo, una parola,
un tocco di mano e il gioco andò.

Si ritrovarono in un sogno
nello stesso labirinto.
L'orizzonte era scomparso
e negli occhi carezze e balocchi.

Un pezzo di legno, due punte
e un bastone. Un colpo e felici,
Di lui, la voce di lei, parole
segrete dentro il sorriso.

Morbida nuvola, nel suo specchio
il giovane gigno. E' una farfalla,
una carezza il suo desiderio.
Ma non sa come si fa.

Lascia stare il tuo pensiero,
la sintassi e il non senso,
fai volar la fantasia
con la mente e la poesia.

Gira forte, bimba mia,
dentro il cerchio della gioia,
Gira forte bianco cigno,
con le mani parli e canti.

Nuvola,è la forma tua, la via
è la parola.
Se l'accosti a quella giusta
viene fuori la meraviglia.

Mutevole materia
quante notti sono entrate
nel tuo sogno
che l'oblio porta via?

La tua pelle ormai cadente
era fresca e seducente
una lacrima sul volto
bagna il becco del tuo cigno.

Il suo sguardo, la sua mano
le parole, ti ridanno l'allegria.
Son tante, belle e brutte,
poi finisce, tuttavia.

M.S.
© copyright2009

1 commento:

Anonimo ha detto...

da facebook

Marianna Micheluzzi ha commentato la tua nota "La nuvola e il cigno":

Sei veramente molto bravo! Non è un complimento. Hai delle autentiche abilità nel giocare con le parole.
La prima cosa che mi viene in mente leggendo è la concretezza della storia narrata, dovuta all'abbondanza dei nomi.
Non ci sono elementi descrittivi o almeno pochi(aggettivazione) ma molti verbi di movimento a conferma di una vicenda narrata appunto tra passato recente e futuro e qualche altro verbo che indica piuttosto una condizione, uno stato(predicati nominali).
L'intenzione comunicativa mi pare sia quella di farci riflettere sul tempo che passa e la forza imperitura dei sentimenti autentici.
Non so se ho reso.
Grazie.