mercoledì 7 ottobre 2009

Rosso.

















Impronte
ceramica 2009 Massimo Santamaria




Rosso

Rumori amplificati, distorti, sprofondano.
Lo spazio contrae. I colori brillano. Attesa!
Sordo con mille orecchie, mille occhi, cieco.
Il tempo è dilatato. L'implosione è violenta.

La terra mancherà? Dove affonderò le mie
mani? Ventre, sarai mangiato dalle bestie
affamate di putrida carne, che profumo era.
La tua attesa gioia, la mia dolore. Mia Terra.

Paziente, discreta, gentile. Sei Anima, mia!
I miei passi affondano, instabili. Una Goccia
pesa sul tuo viso, dal sorriso nascosta. Mia
carne! Scrivo nel pieno, e intorno il vuoto.

Materia plasmata. Mani affondano, cercano.
Impronta di dita sensibili, forma. Inerte, poi
viva in un labirinto di colori. Pulsa. invade
il mio corpo. E' nausea, il pensiero del vuoto.

Sublime luce, la tua voce. L'acqua, la vita,
io bevo alla tua fonte. Nelle tue vene Rosso!
Cerco, tra instabili equilibri, su uno stretto
sentiero del pensiero. Ci sarà l'immensità?

Ma con le tue ali volo alto, felice.

M.S.
© copyright2009

1 commento:

Mario Scippa ha detto...

ricevo da marianna micheluzzi su Facebook

"Un testo poetico che annuncia una crisi esistenziale profonda dalla quale alla fine il protagonista esce comunque vincitore.
Collegata alla seguente"Di nuovo giorno" l'anticipa.
Qui però l'incalzare del dramma non dà respiro, si manifesta in tutta la sua violenza, è pulsante come sangue nelle arterie.Il male viene guardato a viso aperto, negli occhi. Lo sguardo non viene mai distolto.C'è coraggio.

Nei versi la scelta dei termini(i nomi in questo caso) è incalzante,martellante.... Visualizza altro
Eppure arriva quel "qualcosa", quel "qualcuno/a", che fa da ciambella di salvataggio.
E il finale ha una lieta conclusione ma.....
Non è detto."